Parliamo di cervicalgia...
Con il termine cervicalgia intendiamo un sintomo doloroso a carico della colonna vertebrale cervicale, che spesso si irradia superiormente, al capo, o inferiormente alla spalla e al braccio, con sintomi molto variabili. Seppur sopportati dall’individuo che ne è affetto, questi sintomi peggiorano il rendimento personale, sono fonte di stress, riducono la qualità di vita. Il dolore affligge il 30-50% della popolazione ogni anno e l’11-14% della popolazione che lavora riporterà nell’anno delle limitazioni nella propria attività lavorativa e sportiva.
Il dolore cervicale rappresenta perciò sia un disagio per chi ne soffre, sia un costo non irrilevante a livello sociale. Nella maggior parte dei casi (80-85%) all’origine del dolore c’è un’alterazione non grave che interessa le strutture biomeccaniche e il loro movimento: il dolore non è certo sempre imputabile alla presenza di un’ernia… Spesso ci si trova di fronte a pazienti che si presentano in studio con collezioni di esami diagnostici, che hanno richiesto lunghi tempi d’attesa, costi elevati e insoddisfazione da parte del paziente stesso e del medico curante… Negli adulti l’incidenza di difetti posturali e di disequilibri biomeccanici è legata alla tendenza verso un modello di attività specializzata e ripetitiva. In particolare il mantenimento della posizione seduta risulta essere fattore di rischio e causa di cervicalgia. Movimenti ripetuti e posture mantenute per lungo tempo producono inevitabilmente sovraccarico e retrazione di alcuni gruppi muscolari e dei tessuti ad essi legati. Sensazione di pesantezza, rigidità, bruciore, bisogno di cambiare posizione, emicrania, stanchezza oculare, tensione dei muscoli masticatori sono di solito i primi sintomi correlati a questo tipo di problematiche.
Riconoscere e dare valore a tali manifestazioni riveste grande importanza, in quanto la guarigione spontanea non avviene quasi mai se non guidata da un professionista, soprattutto se il problema perdura da mesi o ancor peggio da anni; ciò che solitamente accade è l’inizio di un circolo vizioso che generalmente porta a compensazioni e sintomi anche in altri distretti corporei, in primis spalle e colonna lombare.
Rivolgersi ad un fisioterapista (…meglio precisare: con titolo di laurea o equipollente riconosciuto dal Sistema Sanitario Italiano…) permette di ristabilire un equilibrio biomeccanico e apprendere principi utili di ergonomia ed igiene posturale, ripristinando il maggior benessere possibile e prevenendo danni futuri. Il dolore e le “contratture” muscolari a livello del collo e delle spalle, gli “scrosci articolari”, le limitazioni di movimento e le cefalee associate alla tensione dei muscoli posteriori del collo stesso si riscontrano il più delle volte in soggetti che svolgono attività intense con sforzi ripetuti o in persone che trascorrono molto tempo in posizione seduta. Il mantenimento del dorso curvo, frequente in chi utilizza per diverse ore il computer o guida per molto tempo, influisce negativamente sulla posizione delle vertebre cervicali aumentandone la compressione, accresce la tensione dei muscoli del collo e delle spalle, altera la posizione di riposo della mandibola e la meccanica respiratoria.
La cervicalgia si può accompagnare o può evolvere nel tempo anche in fastidiose cefalee muscolo-tensive, emicranie, acufeni, sensazione di nausea, vertigini, disturbi del sonno, dolori temporo-mandibolari, disturbi visivi…. Un sincero consiglio è quello di non sottovalutare tali problematiche, poiché si rischia di trasformare una semplice cervicalgia in una sindrome cronica, più complessa da gestire e curare.
COME AFFRONTARE LA CERVICALGIA?
La prima chiave per migliorare la postura in caso di attività lavorativa prevalentemente in posizione seduta è disporre gli oggetti all’altezza adeguata e ottimizzare la posizione del proprio corpo. Per esempio non è consigliabile tenere il telefono stretto tra la spalla e l’orecchio mentre si guida o si scrive al computer, è meglio evitare di mantenere la posizione seduta stando semi-sdraiati sulla sedia o al contrario piegati in avanti senza appoggiarsi allo schienale, ecc. Non bisogna inoltre dimenticarci che deficit visivi o acustici possono modificare la posizione del collo. Per esempio un soggetto miope o con occhiali non appropriati tenderà a tenere il collo e il capo protrusi in avanti, mentre un soggetto con deficit uditivi ad un solo orecchio tenderà a stare con la testa ruotata da un lato per compensare il problema.
Senza la pretesa di esaurire in questa sede i principi di trattamento dei sintomi cervicalgici, si intende riportare alcuni esempi di strategie terapeutiche/preventive in merito. La sedia dovrebbe avere un'altezza sufficiente per dare un comodo appoggio alle natiche e alle cosce, permettendo ai piedi di appoggiarsi comodamente al suolo. Pertanto quando stiamo seduti le cosce devono trovarsi in posizione orizzontale. Nello stesso tempo la colonna vertebrale deve essere sostenuta dallo schienale della sedia senza che la posizione assunta ne accentui o ne riduca le curvature naturali. L'altezza, rispettivamente della scrivania e della sedia, devono far sì che gli avambracci e le cosce lavorino su un piano orizzontale.
In
conclusione, in assenza di sintomi medici specifici gravi, per i quali il
medico di base invierà i pazienti alle diverse specialità mediche, come ci
insegna la statistica, la scelta più accurata per affrontare la cervicalgia è
quella di approfondire la biomeccanica del rachide cervicale rivolgendosi ad un
fisioterapista che, attraverso test specifici, è in grado di identificare le
disfunzioni di movimento all’origine di possibili sindromi dolorose ed
intervenire praticamente subito sul problema modificandone la sintomatologia
con risparmio di tempo e denaro. Non dimentichiamoci mai che il nostro corpo è
uno splendido intreccio di catene muscolari e miofasciali, è perciò importante
che il fisioterapista valuti il soggetto nella sua globalità, ogni segmento del
nostro corpo è infatti correlato alla funzione di tutto l’organismo.Una
corretta rieducazione del movimento del rachide cervicale non può prescindere
dalla capacità del soggetto di ottenere una buona postura attraverso
l’equilibrio delle tensioni muscolari globali.
Non
dimentichiamoci infine che la colonna cervicale è in stretto contatto con
occhi, denti e l’articolazione temporo-mandibolare (presenza di scrosci,
click…), deficit di queste strutture possono condizionare il movimento e la
coordinazione muscolare cervicale: determinante in questi casi la stretta
collaborazione tra ottico-optometrista, odontoiatra-gnatologo e fisioterapista.
L’obiettivo del trattamento fisioterapico non è solo quello di alleviare il
dolore cervicale, come spesso avviene con l’utilizzo dei soli farmaci, ma
quello di studiarne la biomeccanica e modificarla in modo che il sintomo non si
ripresenti e non costituisca un motivo d’inabilità nello svolgimento delle
attività quotidiane, lavorative e ricreative.
Gli avambracci dovrebbero essere appoggiati sui braccioli o sulla scrivania per allontanare il peso delle braccia dal collo e dalle spalle. La seduta deve essere regolata in modo che appoggiare gli avambracci non comporti una risalita delle spalle, che devono restare in posizione rilassata.
Il monitor del computer dovrebbe essere posizionato esattamente di fronte al viso, non lateralmente, e al livello degli occhi o poco più in basso. I piedi dovrebbero sempre appoggiare per terra o su un eventuale rialzo. Molto utili risultano essere alcuni esercizi di mobilizzazione e allungamento dei muscoli del collo, anche brevi e di facile esecuzione, da eseguire al risveglio e periodicamente durante la giornata.